Vincent Van Gogh e gli uliveti

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Gli uliveti divennero uno dei soggetti preferiti dall’artista.

Quando nel 1889 realizzò la serie di dipinti dedicata agli ulivi, Van Gogh era soggetto alla malattia e al tumulto emotivo, ma i quadri sono tra le sue opere migliori.

Visse in un manicomio da maggio 1889 a maggio 1890 dipingendo i giardini del manicomio e, quando ha avuto il permesso di avventurarsi al di fuori delle sue mura, gli ulivi vicini, cipressi e campi di grano.

Tra il giugno e il dicembre di quell’anno dipinse circa una quindicina di uliveti, la maggior parte in autunno. I dipinti sull’ulivo hanno avuto un significato speciale per Van Gogh. Per l’artista rappresentano la vita, il divino e il ciclo della vita.

I suoi dipinti di raccoglitori di olive dimostrano la relazione tra uomo e natura che raffigura uno dei cicli della vita, la raccolta o la morte. E’ anche un esempio di come gli individui, attraverso l’interazione con la natura, sono in grado di connettersi con il divino.

Dipingere la campagna, i campi circostanti, cipressi e ulivi ripristinò la connessione di Van Gogh con la natura attraverso l’arte.

Dei suoi “venerabili ulivi nodosi” scrisse:

L’effetto della luce diurna e del cielo significa che ci sono argomenti infiniti che si trovano negli alberi di ulivo. Per quanto mi riguarda cerco gli effetti contrastanti del fogliame, che cambia con i toni del cielo. A volte, quando l’albero mette a nudo i suoi pallidi fiori, grandi mosche blu, coleotteri smeraldo e cicale in gran numero ci volano su, il tutto immerso nel blu puro. Poi, come il fogliame assume toni più maturi, il cielo è raggiante e striato di verde e arancione e poi di nuovo, in autunno, le foglie assumono toni viola del colore di un fico maturo e questo effetto viola si manifesta pienamente con il contrasto del grande sole nel suo alone pallido di luce limone.

Egli identificava l’ulivo come un elemento essenziale del paesaggio provenzale, tanto che ne fece il tema principale all’interno delle sue opere. Era fermamente convinto nel basare le opere sullo studio della natura, per poter dare risalto a una testimonianza sia storica che contemporanea, con le sue associazioni ai valori eterni, contrapposti ai continui mutamenti della vita moderna.

Essere in armonia con la natura, significava creare momenti di idillio e contemplazione.

In una lettera a Theo nel lontano Aprile del 1889, scrisse:

Mi sono trastullato negli uliveti mattina e sera in queste giornate luminose e fredde, ma con un sole chiaro e stupendo (…) Se tu potessi vedere gli alberi di olivo in questo periodo dell’anno (…) Il fogliame argento antico che inverdisce contro l’azzurro. E la terra arata color arancio di una tale delicatezza e raffinatezza. Intendo dire che il mormorio di un uliveto ha qualcosa di molto intimo, immensamente antico. E’ troppo bello perché io osi dipingerlo o possa concepirlo.

Non si trattava solo di raffigurare gli olivi con l’ausilio della tecnica pittorica, ma anche di comunicarne l’essenza spirituale, tale da offrire allo sguardo dell’osservatore una visione della campagna come rifugio dell’anima.

Io combatto duramente per catturare questo olivo. E’ d’argento, un attimo dopo è più azzurro, tutto insieme è verde, un pizzico di bronzo, contro il giallo, rosa, blu, porpora, arancio e ocra.

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