Gabriele D’Annunzio, L’olio

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I versi di Gabriele D’Annunzio sono tratti dal componimento L’olio che fa parte della raccolta poetica Alcyone, pubblicata nel 1903, che si presenta come una celebrazione della stagione estiva e del suo valore simbolico.

L’allontanarsi dall’impegno eroico e civile lascia spazio alla fusione panica con la natura, cardine dell’intera raccolta.

Al poeta, nella sua fusione con la natura, è concesso di vedere epifanicamente qualcosa che al resto degli uomini è precluso.

Suoni, luci e colori sono fondamentali per provare a ricreare su carta l’esperienza vissuta dal poeta.

 

L’olio

Olio con sapiente arte spremuto

Dal puro frutto degli annosi olivi,

Che cantan -pace! -in lor linguaggio muto

Degli umbri colli pei solenti clivi,

Chiaro assai più liquido cristallo,

Fragrante quale oriental unguento,

Puro come la fè che nel metallo

Concavo t’arde sull’altar d’argento,

Le tue rare virtù non furo ignote

Alle mense d’Orazio e di Varrone

Che non sdegnàr cantarti in loro note…

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