Federico Garcìa Lorca, Paesaggio
I paesaggi della Castiglia, un topos della poesia spagnola, rinascono nei componimenti di Federico Garcìa Lorca come vertebre di sogni: e nell’andare tra spazi e monumenti vuoti o in rovina, Lorca procede per quadri-retablos di immagini.
Il paesaggio come impressione non è mai fine a se stesso, ma diventa baluardo di vita nel sogno che risveglia e rianima paesaggi e ricordi. E questo andare nell’archeologia della terra e dell’arte dell’ombra/luce, sprigiona sempre nel poeta andaluso le emozioni di un mondo di natura che si fa sogno e pittura interiore.
Son simboli il vento e gli alberi, ma anche i suoni sono tasselli di un viaggio, un lucido sogno di ombre radenti che generano poesia.
Quanta luce ferita, stralunata soggiace in queste impressioni d’ombra che annotano sacra e potente la tierra su cui batte, musicale tamburo di tristezza.
Grande poesia di Garcia Lorca tutta tesa ad evidenziare sentimenti e situazioni “negative”. Lo dimostrano i luoghi e le similitudini che si susseguono: il campo di ulivi che si richiude come un ventaglio; il cielo sprofondato, la buia pioggia, gli ulivi carichi di gridi e così via. I colori sono scuri o spenti, vogliono trasmettere tristezza e squallore. Si percepisce nei versi di Lorca, molto chiaramente, un “freddo” che pervade non solo il paesaggio descritto, ma anche l’anima del poeta.
Paesaggio
Il campo
di ulivi
si spiega e si richiude
come un ventaglio.
Sopra l’oliveto
sta un cielo sprofondato
e una buia pioggia
di fredde stelle.
Tremano giunco e penombra
sulla sponda del fiume.
L’aria grigia s’increspa.
Gli ulivi
sono carichi
di gridi.
Un branco
d’uccelli imprigionati
che sommuovono le loro così lunghe
code allo scuro.